Puoi essere felice per 100 giorni di fila?

 

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Il sito www.100happydays.com propone di provare ad essere felici per 100 giorni di fila, una sfida con se stessi.

Da una settimana partecipo al progetto #100happydays: ogni giorno scatto una foto, la taggo, e la metto sul mio profilo istagram. Sono particolari quotidiani di felicità, dettagli  semplici: una colazione preparata con cura, io e mia sorella in una giornata particolare, la gatta che mi fa ridere perchè si prova i miei occhiali, ma con il sedere…

Il sito dice che molte persone, il 71%, inizia con molto entusiasmo e smette molto presto perchè “non hanno tempo”. Per fare una foto bastano pochi minuti e alcune foto – come quella che vedete con il mio badge del lavoro e un cd di Ray Charles -hanno senso solo per chi le scatta. L’importante, secondo me, non è il lato estetico e formale, ma il percorso che può avere per ognuno trovare e ritrovare la felicità nelle piccole cose. 

Ho fatto qualcosa di simile qualche tempo fa: io e una mia amica condividevamo un foglio word chiamato “una meraviglia al giorno”. Il nostro esercizio consisteva nello scrivere, ogni giorno, qualcosa di piacevole che ci era successo. Siamo andate avanti quasi un anno. Avevamo iniziato un po’ per gioco e un po’ per sfida: le nostre vite quotidiane sono costituite da abitudini e routine e spesso rabbia, malinconia e frustrazione dominano parte della giornata. L’esercizio consisteva nel riconoscere il bello nelle piccole incombenze e faccende quotidiane, negli incontri di ogni giorno, nei rapporti con coloro che ci stanno vicino nel quotidiano.

Scrivere una cosa al giorno che fa stare bene dona un beneficio immediato perchè almeno una volta al giorno dovevo portare l’attenzione sul mio benessere e sulle cose che mi davano gioia. Certo, c’erano giorni in cui era difficile scoprire e trascrivere una meraviglia: ma erano quelli i giorni in cui, ripassando mentalmente la giornata, scoprivo che quelli che sembrano i dettagli più banali della nostra vita contenevano un seme di felicità che non avevo mai guardato prima. Si impara anche molto su se stessi scoprendo una genuina felicità per c

Inoltre durante quella esperienza, rileggendo quanto avevo scritto, nasceva in me il sentimento della gratitudine per la pienezza della mia vita. L’esercizio mi aveva fatto capire che diamo troppe cose per scontato: l’acqua calda della doccia al mattino, il fatto di mangiare tre volte al giorno, di avere un tetto sulla testa, il sole per strada, amici, genitori e sorelle presenti nella nostra vita. La vita di ognuno è ricca di regali, solo che spesso non ce ne rendiamo conto.

Chi ci proverà con #100happydays me lo dica, vi seguirò volentieri.

13 commenti Aggiungi il tuo

  1. dorotea ha detto:

    Ah, ecco! Adesso capisco. Non sapevo fosse un’iniziativa comunitaria. 🙂

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    1. Una lettrice ha detto:

      sì, è un progetto collettivo.

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  2. Ok, puoi iniziare a seguirmi 😉

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    1. Una lettrice ha detto:

      sarà fatto 😛

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  3. Che bello! Non sapevo di questa iniziativa! Bellissima idea! L’unico problema è che…non so se riuscirei ad essere costante

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    1. Una lettrice ha detto:

      essere costante nella ricerca di una piccola felicità al giorno è la sfida… Dipende da te se vuoi coglierla o no 🙂

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  4. Silvia ha detto:

    Avevo visto le tue foto e il tag mi aveva incuriosita. Ora che ne conosco l’origine e la ragione mi piace ancora di più. È un esercizio che cerco, in forme simili, di fare da qualche anno nella mia vita. Non una cosa al giorno, molto meno: dieci momenti di felicità al mese, per un lungo periodo li ho scritti su un taccuino e qualcuno sporadicamente condiviso sul web. Potrei farmi tentare da un momento al giorno, senza cedere a quel «non ho tempo» che tu dici porta molti ad abbandonare. 🙂 Si comincia di lunedì come le diete? Tendo a credere di no.

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    1. Una lettrice ha detto:

      fatti tentare quotidianamente. Io sto scoprendo piaceri che mi erano nascosti.

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      1. Silvia ha detto:

        C’è una sola cosa che mi frena, la moda del momento: i dieci minuti in stile Gamberale. Associo le due questioni e… percepisco un freno. Magari ripasserò più tardi a guardare i tuoi, frutto di tentazione.

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